Options for mechanical weed control in string bean [Phaseolus vulgaris L.; Tuscany]
2004
Raffaelli, M. (Pisa Univ. (Italy). Dipartimento di Agronomia e Gestione dell´Agroecosistema) | Bàrberi, P. (Pisa Univ. (Italy). Dipartimento di Agronomia e Gestione dell´Agroecosistema) | Peruzzi, A. (Pisa Univ. (Italy). Dipartimento di Agronomia e Gestione dell´Agroecosistema) | Ginanni, M. (Pisa Univ. (Italy). Centro Interdipartimentale di Ricerche Agroambientali E. Avanzi)
English. Two field experiments were carried out in 2000 and 2001, on a sandy-loam soil, to compare different options (harrowing or hoeing) for mechanical weed control in string bean (Phaseolus vulgaris L.). The first experiment investigated combinations of four tine adjustments and two treatment intensities (one or two passes) of a spring-tine harrow. The second experiment compared four different hoeing systems: (1) a PTO-powered rotary tiller, (2) a precision hoe with sweep and goose-foot shares, (3) a precision hoe (as before) + torsion weeder and (4) a precision hoe (as before) + torsion weeder operated with the tines crossed. Both experiments also included a weedy check and a post-emergence herbicide treatment as references. Various mechanical work parameters, weed density by species, weed biomass and string bean yield, were determined for all treatments. The machines used in these experiments clearly showed different working characteristics and their behaviour changed according to soil conditions. In the harrowing experiment, differences among treatments in weed density and biomass as well as in yield were usually negligible and probably due to low initial weed presence. In contrast, hoeing was always beneficial in terms of weed control and crop yield. Data from these experiments are not conclusive to allow ranking of the mechanical weeding treatments based on their overall efficacy
Show more [+] Less [-]Italian. [Sono stati condotti due esperimenti nel 2000 e nel 2001, su un terreno di medio impasto-sabbioso, per confrontare scelte diverse (erpicatura o zappatura) per il diserbo meccanico nel fagiolino (Phaseolus vulgaris L.). Nel primo esperimento sono state studiate combinazioni di quattro posizionamenti dei denti e due intensità di trattamento (uno o due passaggi) di un erpice a denti elastici. Il secondo esperimento ha posto a confronto quattro sistemi di zappatura: (1) un coltivatore rotativo azionato dalla PDP, (2) una zappatrice di precisione con utensili a ventaglio e a piede d´oca, (3) una zappatrice di precisione (come sopra) + sarchiatrice a torsione e (4) una zappatrice di precisione (come sopra) + sarchiatrice a torsione azionata con i denti incrociati. Ambedue gli esperimenti prevedevano anche un controllo non diserbato e un trattamento erbicida in post-emergenza come riferimenti. Per tutti i trattamenti sono stati determinati vari parametri di lavoro meccanico, la densità delle infestanti per specie, la biomassa di infestanti e la resa del fagiolino. Le operatrici utilizzate per questo esperimento hanno chiaramente evidenziato caratteristiche operative diverse e il loro comportamento variava in rapporto alle condizioni del terreno. Nell´esperimento di erpicatura le differenze fra i trattamenti riguardo alla densità e la biomassa di infestanti, così come per la resa della coltura, sono state sempre irrilevanti e dovute probabilmente alla bassa presenza iniziale di infestanti. Al contrario, la zappatura si è dimostrata sempre positiva in termini di controllo delle infestanti e resa della coltura. I dati derivanti da questi esperimenti non sono sufficienti per stabilire una graduatoria dei trattamenti di diserbo meccanico basata sulla loro efficacia complessiva.]
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Bibliographic information
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