Home range and land use of wild and raised red-legged partridges (Alectoris rufa rufa L.) [Tuscany]
2006
Bagliacca, M. | Ferretti, M. | Porrini, S. | Zalli, F. | Paci, G. | Giuzio, A.
Английский. In Italy several small populations of red-legged partridges (Alectoris rufa rufa L.) were reconstituted in areas where the species was extinguished. In these areas the release of animals must be programmed, since the dimension of the reconstituted populations does not catch up the minimal dimension required to guard the species from a new extinction. Therefore, we carried out a research in order to estimate the integration ability of the released raised-partridges with the wild population, the survival rates, the use of habitat and the home-ranges of both populations. In a protected area of Central Italy (Petroio di Vinci, Florence), where an estimated population of 60 wild partridges is estimated, 350 raised partridges were released during August. In January, 6 raised partridges and 21 wild ones were captured by traps. 6 subjects for each thesis (raised or wild) were equipped with radio necklaces and localised biweekly until July 2006. No difference in mortality rates (50% = 3 birds each) was observed between wild and raised partridges survived to Winter (estimated mortality after release = 95.1%). Raised partridges survived after release were able to integrate themselves in mixed brigades with wild partridges. Also raised partridges were able to breed (of the 3 observed broods of radio-tagged birds, 2 belonged to raised and 1 to wild). Vineyards with interlined grass were the most frequented habitat (more than 25% of the localizations). The distance from the subsidiary artificial feeding points significantly increased during broods, showing the necessity to increase the number and dispersion of the supplementary feeders in Spring, to help the animal feeding. The distance from houses and home ranges surfaces did not differ between wild and raised partridges
Показать больше [+] Меньше [-]итальянский. In Italia sono state ricostituite numerose piccole popolazioni di pernici rosse (Alectoris rufa rufa L.) in areali dove la specie era estinta. Allo stato attuale, poiché la dimensione delle popolazioni ricostituite non raggiunge la dimensione minima necessaria per preservare la specie da una nuova estinzione, devono essere programmati interventi di sostentamento con rilascio di animali di altra provenienza. Per utilizzare pernici nate in allevamento era quindi indispensabile effettuare una ricerca per valutare la capacità di integrazione, la sopravvivenza, l'uso dell'habitat e gli home-range di animali liberati in aree occupate da neopopolazioni selvatiche. All'interno di una Zona di Ripopolamento e Cattura (Petroio di Vinci, Firenze), dove è presente una popolazione stimata di 60 pernici selvatiche, sono state immesse 350 pernici allevate in agosto. In gennaio sono state catturate 6 pernici allevate e 21 pernici selvatiche. 6 soggetti per tesi (allevate o selvatiche) sono stati quindi radiocollarati e localizzati bisettimanalmente fino a luglio 2006. La mortalità degli animali radiocollarati è risultata identica (50% = 3 soggetti per tesi) fra i soggetti selvatici e i pochi soggetti allevati ricatturati che avevano superato l'inverno (mortalità stimata post-rilascio = 95,1%). I soggetti allevati sopravvissuti all'inverno sono stati in grado di integrarsi in brigate miste con quelli selvatici e anche gli animali allevati sono stati in grado di riprodursi: delle 3 nidiate osservate, 1 apparteneva alla tesi selvatiche e 2 a quella allevate. L'habitat più frequentato dalle pernici è risultato il vigneto non lavorato, mentre l'aumento significativo della distanza dai punti di alimentazione sussidiari durante la cova ha fornito l'indicazione di aumentare e disperdere maggiormente le mangiatoie in primavera per compensare la dispersione delle coppie. La distanza dalle abitazioni e gli home-range non differivano fra pernici selvatiche e allevate
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